venerdì 26 maggio 2017

L’IMPORTANZA DEL LOGO AZIENDALE - LA STORIA COMPLETA DEL LOGO APPLE



Il logo è uno strumento di comunicazione in quanto espressione di un progetto più grande che si chiama Branding, processo attraverso il quale l’azienda differenzia il proprio prodotto fra altri simili, grazie all’utilizzo di nomi e simboli che dovranno trasferire i valori tangibili e quelli intangibili del prodotto stesso.

Ma quali caratteristiche deve avere?

  • ORIGINALITÀ - Un logo aziendale deve essere originale e progettato unicamente per la vostra società
  • IDENTIFICATICO – il vostro logo deve essere descrittivo e riassumere il tuo valore professionale, identificando la vostra società nella rispettiva categoria di mercato.
  • UNIVOCITÀ – il logo dovrà essere ricordato per le sue forme, i suoi colori
  • RAPPRESENTATIVITÀ - attraverso il marchio le persone hanno una prima impressione della vostra azienda: è la vostra rappresentazione ancor prima che un potenziale cliente varchi la vostra porta.
  • PROFESSIONALITÀ - il vostro logo deve trasmette un immagine professionale riassumendo valori e filosofia della vostra attività.
  • ADATTABILITÀ - Il logo deve essere facilmente adattabile ai diversi supporti mantenendo una perfetta leggibilità, sia in formato gigante che in formato bigliettino da visita.

Vediamo una delle case history più famose, quella della mela Apple.
La mela di Apple la compagnia fondata da Steve Jobs è, ai giorni nostri, la mela più famosa al mondo. Ma dove e quando è nato il logo che la identifica?

LA STORIA - La storia, come quasi sempre accade in questi casi, si confonde con le leggende metropolitane, e diverse sono state le teorie sul perché Jobs abbia scelto proprio questo simbolo. Si è detto che Jobs lo propose semplicemente perché la mela era il suo frutto preferito, ma anche che scelse questo simbolo e nome per omaggiare la casa discografica dei Beatles, la “Apple Records” o ancora che la scelta ricadde su apple per una ragione puramente alfabetica: apple viene subito prima di atari, la compagnia per cui Jobs lavorava prima di fondare la sua.

Una volta scelto il nome si dovette procedere a dotarlo di immagine, progetto in cui Steve Jobs partecipò sempre attivamente. Dal momento della nascita di questa compagnia, nel 1976, i loghi utilizzati sono stati tre.

IL PRIMO LOGO APPLE

Il primo logo venne disegnato da Ronald Wayne, nel 1976. Wayne entrò in apple invitato da Jobs, con una quota del 10% (pagandola 800 dollari), ma subito dopo aver disegnato il logo rivendette la sua parte di società ricavando 1200 dollari. L’investimento fu ottimo e Wayne ci guadagnò…sul momento, ma oggi quel 10% varrebbe ben 35.000 milioni di dollari.
Il logo proposto da Wayne è un elaborato disegno in bianco e nero simile alle vecchie etichette americane, più adatta ad altri usi sul mercato, che non a rappresentare un’azienda di computer. In questo primo logo appare Newton, seduto sotto un albero a leggere, circondato dalla scritta “Apple computer & co. – Newton: una mente che solca i difficili mari del pensiero”…in solitudine.
Lasciando da parte il valore artistico che questo logo poteva avere, tecnicamente parlando fu un disastro: la mela quasi non si vede, ed è praticamente impossibile cambiarne le dimensioni. I dettagli sono troppi, e cambiando la misura del logo se ne perdono molti, compresa la mela e la scritta Apple. Jobs infatti lo scartò immediatamente, dicendosi alla ricerca di qualcosa di più professionale.

IL SECONDO LOGO APPLE

Per il nuovo logo Jobs incaricò l’agenzia pubblicitaria Regis McKenna, in cui già lavorava Rob Janoff uno dei più creativi disegnatori di quegli anni, cui dobbiamo i loghi di IBM, FedEx, Volkswagen e CNBC.
Janoff cercò ispirazione nella materia prima: si recò al supermercato e comprò una mela per ogni varietà che riuscì a trovare. Dopo qualche settimana di progettazione Janoff si presentò da Jobs con il disegno di una mela monocromatica, con un morso laterale. A Jobs l’idea piacque, ma chiese a Janoff di rendereil disegno più colorato: qualcosa che “umanizzasse” l’azienda. Fu allora che Janoff creò quello che divenne il secondo logo apple: la mela arcobaleno.
Questa è la storia ufficiale, e come tutte le storie ufficiali presenta un’alone di mistero. Si dice infatti che Janoff disegnò la mela con il morso in omaggio ad Alan Turing, uno dei pionieri dell’informatica, suicidatosi mordendo una mela che lui stesso aveva avvelenato con del cianuro.
Altri pensarono che la mela a sei colori rappresentasse simbolicamente la comunità gay. Entrambe le versioni vennero smentite sia da Jobs che da Janoff.
Più recentemente c’è stato chi si è dedicato allo studio dei numeri aurei, dichiarando che le proporzioni della mela rimandano alla sequenza di Fibonacci, ma è stato provato che seguendo le linee delle proporzioni si possono trarre numerose altre conclusioni.

IL TERZO LOGO APPLE

Quando a metà degli anni 90 Steve Jobs tornò a capo della compagnia, decise di apportare diversi cambiamenti, logo compreso.
L’arcobaleno appariva un po’ obsoleto, e i pubblicitari confermarono che la Apple era certamente più associabile alla mela che non ai colori. Si iniziò quindi a studiare un logo che mantenesse la mela, ma che giocasse sui toni del bianco, grigio e nero.
I loghi proposti diedero subito un’immagine più seria e professionale dell’azienda, non solo: dopo anni passati a cercare di ricreare le esatte tonalità di colore presenti nel logo precedente, il bianco / nero /grigio risultavano adattabili a qualsiasi formato e disegno.
Il terzo logo, quindi, quello della nuova era, iniziò ad essere utilizzato nel 1998, subendo ben poche variazioni dal logo principale. Nell’ultima decade infatti poco è cambiato della mela monocromatica e solo tre sono state le varianti.
Una è la più nota, in bianco e nero; una è la versione acqua, in azzurro, che si utilizzò tra il 2001 e il 2003 in coincidenza del lancio di Mac OS X; l’ultima è la versione glass, completamente grigia, utilizzata dal 2003 ad oggi.


Il Consorzio Royal è sempre aggiornato sui nuovi sistemi organizzativi e si mette a disposizione delle aziende interessate a valutare le opportunità che il mercato propone.
Per maggiori informazioni www.consorzioroyal.com
sales@consorzioroyal.com

venerdì 19 maggio 2017

Partite IVA: tutte le novità 2017



Con il Jobs Act autonomi, diventato legge il 10 maggio 2017 con l’approvazione in via definitiva del DdL per tutelare i liberi professionisti, per le partite Iva sono in arrivo importanti novità sia dal punto di vista delle tutele contrattuali che per quanto riguarda prestazioni previdenziali e assistenziali.

Ecco le principali novità per le partite Iva introdotte con il Jobs Act autonomi:

1. Deducibilità al 100% delle spese di formazione
Sarà possibile dedurre dal reddito da lavoro autonomo un importo massimo all’anno di 10.000 euro per le spese di iscrizione a:

  • Master
  • Corsi di formazione
  • Corsi di aggiornamento professionale
  • Partecipazione a congressi e convegni

Limite fissato a 5.000 euro annui per la deduzione di servizi di certificazione delle competenza, orientamento, ricerca e sostegno dell’auto-imprenditorialità.
  
2. Dis-Coll diventa strutturale
Anche i lavoratori autonomi titolari di partita Iva avranno diritto all’indennità di disoccupazione. La Dis-Coll diventa una misura strutturale ed estesa anche da titolari di assegno o dottorato di ricerca, con un aumento dell’aliquota da versare alla Gestione separata Inps dello 0,51%.

3. Tutela dei pagamenti
Con il Jobs Act del lavoro autonomo vengono rese illegittime le clausole contrattuali nelle quali si stabilisce che i pagamenti verso professionisti, artigiani e collaboratori coordinati possano avvenire dopo i 60 giorni dallo svolgimento dei lavori. Le novità per le partite Iva per la tutela dei pagamenti prevedono che salvo diverse indicazioni nel contratto di lavoro autonomo, il titolare di partita Iva dovrà essere pagato entro il termine massimo di 30 giorni dall’emissione della fattura.

4. Maternità lavoratrici autonome
Le lavoratrici autonome in caso di maternità avranno diritto al congedo parentale di 6 mesi. Le partite Iva, iscritte alla Gestione separata Inps, potranno percepire l’indennità di maternità anche senza interruzione del rapporto di lavoro grazie al Jobs Act del lavoro autonomo.


5. Smart working e Centri per l’Impiego
In ogni Centro per l’Impiego sarà istituito uno sportello per la ricerca di lavoro rivolto ai lavoratori autonomi a partita Iva e per la prima volta nel 2017 viene disciplinato con legge lo smart working, il lavoro agile e flessibile fino ad ora regolamentato da clausole nei singoli contratti di lavoro. Ora, il lavoro agile dovrà essere stipulato per iscritto tra datore di lavoro e lavoratore, il quale avrà diritto alla stessa retribuzione dei colleghi che lavorano in sede. Per saperne di più sullo smart working leggi QUI 


Il Consorzio Royal è sempre aggiornato sui nuovi sistemi organizzativi e si mette a disposizione delle aziende interessate a valutare le opportunità che il mercato giuslavoristico propone.

Per maggiori informazioni www.consorzioroyal.com
Per saperne di più sulle novità delle Partite Iva, leggi qui

mercoledì 10 maggio 2017

LA CUSTOMER SATISFACTION NEGLI HOTEL



Una dei fattori più importanti volti alla soddisfazione di un cliente durante un soggiorno, è cercare di capire se il vostro ospite è insoddisfatto del trattamento ottenuto oppure di alcuni dei servizi erogati dalla vostra struttura.

Questo però potrebbe non essere così semplice:

  • Non sempre l’insoddisfazione viene dichiarata apertamente
  • Spesso l’insoddisfazione viene dichiarata quando è troppo tardi, magari attraverso una recensione negativa su un sito di guest review come Tripadvisor.



Come gestire i clienti insoddisfatti prima che lascino la vostra struttura?
Ecco alcuni importanti suggerimenti utili che vi serviranno a prevenire reazioni spiacevoli nei vostri ospiti.

1. Anticipare i reclami 
  
Un cliente insoddisfatto potrebbe mettere in campo una serie di atteggiamenti da cui è possibile presagire la sua insoddisfazione.
Occorre dunque interpretare alcuni segnali e soprattutto a porre, se necessario, delle domande dirette agli ospiti che sembrano mostrare del disappunto. Se, ad esempio, qualche ospite al momento del check- in dovesse mostrarsi sorpreso per la mancanza di qualche servizio che si aspettava di trovare in hotel, proponete voi stessi delle alternative, al fine di mostrarvi disponibili e aperti a risolvere insieme a lui il problema 

2. Ascoltare il cliente


Una volta che il cliente ha manifestato insoddisfazione per qualche aspetto del soggiorno, cercate di capire nel dettaglio il motivo della suo scontento e cosa gradirebbe che venisse fatto. Ponete domande dirette e nello stesso tempo ascoltate attentamente le critiche.
Verificate bene la causa per mettere a suo agio il cliente e non fomentare ulteriormente la sua insoddisfazione. Utilizzate un tono cortese e conciliante, guardando sempre negli occhi il vostro interlocutore per trasmettergli la massima apertura nei suoi confronti. Un atteggiamento sfuggente o addirittura canzonatorio, mettendo ad esempio in dubbio la verità delle sue affermazioni, potrebbe rivelarsi controproducente, finendo con l’aumentare l’insoddisfazione.


3. Proporre la soluzione più idonea

Dopo aver identificato la causa dell’insoddisfazione, cercate di individuare la soluzione più idonea a soddisfare l’esigenza del cliente. In alcuni casi, potrebbe essere utile proporre più di una soluzione, lasciando che sia il cliente a scegliere quella che preferisce. Ovviamente, fate solo proposte che sapete di poter soddisfare, altrimenti rischiereste di aumentare così la sua irritazione.
Se avete, ad esempio, l’albergo pieno e un cliente si dichiara insoddisfatto per la camera che gli è stata assegnata, provate a proporre lui l’utilizzo di un servizio aggiuntivo a prezzo scontato o gratuito (ad esempio, un trattamento presso la vostra SPA), tenendo però sempre presente le caratteristiche della persona che avete di fronte e i motivi del suo soggiorno: se si tratta, ad esempio, di un cliente business, che si trova da voi per un congresso, potrebbe non avere il tempo a disposizione per andare al centro benessere! In tal caso, è preferibile optare per dei benefit più vicini alle esigenze del cliente o la massimo per uno sconto sul costo complessivo del soggiorno.


4. Essere tempestivi
4
Ora che avete individuato sia l’oggetto del reclamo che il modo per risolverlo, non lasciate passare troppo tempo prima che venga davvero posto rimedio al problema.
Se la vostra è una piccola struttura, vi consiglio di prendere voi in stessi in consegna la faccenda, evitando che magari il vostro receptionist, trovandosi a fine turno, rimandi la soluzione al giorno successivo. Qualora invece il vostro sia un hotel di grandi dimensioni, probabilmente sarete costretti a delegare: scegliete dunque uno dei vostri addetti in cui riponete massima fiducia e soprattutto verificate dopo qualche ora che tutto sia a posto.


Il Consorzio Royal è sempre aggiornato sui nuovi sistemi organizzativi e si mette a disposizione delle aziende interessate a valutare le opportunità che il mercato giuslavoristico propone.

Per maggiori informazioni www.consorzioroyal.com
sales@consorzioroyal.com


Fonte: Articolo di Fabio Cantone, Ceo Hotelbrand